A day in East Dulwich
September 2016
The Hill Station Coffee, è un delizioso
posticino nel sud est di Londra. Profumo di muffin fatti in casa, banana e
cioccolato, frumento e mela, panini vari. Un piacevole contrasto di odori, cannella, lievito, vaniglia, pancetta
affumicata mista ad aglio. Un’allegra danza di aromi.
Come
farei senza la mia romantica visione del mondo? Ogni luogo ha una sua storia,
tante storie che lasciano una scia di tracce olfattive, immagini di vite
passate e presenti, emozioni, necessità, la ricerca di quel qualcosa che tutti
chiamiamo serenità..
Questo
è uno di quei posti. Il legno usurato dei tavoli in pino chiaro, l’insieme di vari
stili di arredamento, gli arredi e le decorazioni apparentemente messe a casaccio, come se qualcuno fosse appena passato di lì spostando il tutto in modo piacevolmente caotico. Tutto, rafforza questa sensazione di diversità e di comunione allo stesso tempo.
Tante vite, convergenti sullo stesso sentiero, tutte rivolte verso un unico
obiettivo, conforto, protezione, un caldo tetto in paglia.
Quando
mi sposto cerco la storia di ogni luogo, cerco di immaginare chi può averci
vissuto, quali avvenimenti lo hanno attraversato, e quando percepisco serenità,
mi fermo. Mi sento come una spugna in un bagno di spezie. Gioisco dell’atmosfera, rubo le emozioni, mi
immergo in questo mare di sensazioni. Sogno.
Non
potrei farne a meno. Se non sognassi mi trasformerei in una creatura arida,
esasperata, egoista. Sognare, invece, mi rende empatica, ricettiva ad ogni
impulso esterno, attenta ai miei simili, alle situazioni piacevoli. Quelle
costruttive soprattutto. Come faccio? Non so, oramai mi viene automatico. Da
quando ho imparato a seguire solo ciò che mi trasmette benessere, riesco a
sentire la gente. Non che riesca ad evitare totalmente le spiacevolezze della
vita. Quelle ci sono e basta. Ho solo affinato delle tecniche personali per
attraversarle senza troppi disastri. Oltre ciò, percepisco immediatamente gli
stati d’animo attraverso suoni, gesti.
La
conoscenza di sé, la libertà dalle proprie paure, la leggerezza dell’io, ci
permette di percepire il mondo senza discriminazioni. Difficile da mettere in
pratica, ma molto utile come strumento di vita. Vale la pena provarci. Bisogna
lavorare tanto su di sé, perché è più facile sconfinare nell’ intolleranza che accettare le diversità
dell’altro.
Torniamo
al The Hill Station Coffee.
Situato
sulla Kitto road, in cima a Telegraph Hill, The Hill Station ospita uno spazio
comunitario composto da un caffè, un negozietto e una galleria.
Il negozietto interno vende prodotti artigianali creati da artisti
locali. Una percentuale delle vendite viene devoluta alla comunità che ruota
intorno alla chiesa di St Catherine.
Questo
luogo in stile informale é diventato un centro di scambi culturali molto
importanti per la comunità del quartiere di Lewisham. Anzi, a dire il vero, gli
abitanti hanno contribuito in massa alla sua costruzione.
In pochi anni la caffetteria ha accolto un numero infinito di eventi. Si sono susseguiti workshop culinari, serate a tema, mostre...
Un
certo numero di residenti locali istituisce un ente di beneficenza chiamato
Bold Vision e coinvolge la popolazione locale nella realizzazione di un sogno.
I cittadini del quartiere, dopo una
raccolta fondi, iniziano così la trasformazione di uno scantinato abbandonato, sotto l’Hill Centre Telegraph. Come per magia, l'arte diventa la base
dell’ispirazione. Infatti, la ristrutturazione parte da un precedente progetto di arte
pubblica, sviluppato da Artmongers e chiamato The Fabric of Society, wall art realizzata con pannelli
fotografici, raffiguranti rulli di tessuto multicolor, che oggi rivestono la
parte esterna della Hill Station. Questo progetto stimola talmente l'interesse dei cittadini che insieme collaborano attivamente alla
ristrutturazione dei locali. Durante i lavori, questa gente racconta le
proprie storie, condivide strumenti e soluzioni, crede nel cambiamento, iniziando proprio dalle fondamenta della caffetteria. In un'epoca in cui si sentiva
parlare della Big Society, questo piccolo progetto sociale dà vita a qualcosa di incredibile!
Ecco, "progettare", un’altra parola magica, dopo “sognare”…..
Comments